Prendete una tradizionale telenovela latinoamericana (romanticismo e dramma), aggiungeteci un pizzico di comicità (stile sitcom statunitense), dell’ironia e una struttura a capitoli con tanto di narratore onnisciente: shackerate il tutto e avrete Jane the Virgin! E mi raccomando di non aggiungere altro zucchero, è già dolcissima di suo.
Jane the Virgin è una serie americana targata The CW, trasmessa per la prima volta nel 2014 e conclusasi nel 2019 con la bellezza di 100 puntate ( in cinque stagioni). The New York Times definisce la serie come lo show televisivo più facile d’amare ( – “TV’s easiest show to love”), e se non vi ha convinto già il New York Times, adesso vi argomento il perché sono completamente d’accordo!
TRAMA: Jane Gloriana Villanueva è una romantica e talentuosa ragazza di Miami (ed aspirante scrittrice di romanzi) che, per aiutare la madre e la nonna, lavora come cameriera nell’hotel Marbella. La nonna, fervente cattolica, cresce fin da piccola Jane con la promessa di conservare la propria verginità fino al suo matrimonio e di non commettere lo stesso errore della madre, rimasta incinta da adolescente. Ma la vita ha ben altri piani e Jane rimane incinta a causa di un errore medico: la dottoressa Luisa Solano la insemina artificialmente con lo sperma di Rafael, fratello di Luisa e proprietario dell’hotel in cui Jane lavora. Questo evento causerà tutta una catena di conseguenze che segnerà e stravolgerà la vita dei personaggi.
Jane the Virgin è una metatelenovela, cioè si appropria del genere per poi trattarlo in maniera rivoluzionaria, parodica, facendo coesistere perfettamente il dramma e la commedia. Rapporti familiari complicati, matrimoni distrutti, assassini a piede libero e tanti altri colpi di scena rendono la serie imprevedibile e mai noiosa. Riesce ad essere una serie qualitativamente bella senza negare le caratteristiche tradizionali della telenovela, genere caratterizzato anche da situazioni assurde e inverosimili. In più, in pochi sanno che la serie è tratta dall’omonima telenovela venezuelana del 2002 (– di Perla Farías) .
La serie non si limita solo a raccontare la vita di Jane e l’immacolata concezione: grazie alla diversità dei personaggi, alle più disparate complicazioni e all’intreccio di storie, la serie riesce a trattare una vastità di argomenti – l’assenza di una figura genitoriale, la difficoltà dei rapporti familiari, la clandestinità, il razzismo, la differenza delle classi sociali, l’omosessualità, la spiritualità e molto altro ancora.
La storia è raccontata da una voce fuori campo di un narratore onnisciente, in questo modo lo spettatore viene reso partecipe della storia e dei sentimenti dei protagonisti. Ciò permette di conquistarsi l’empatia e l’affetto del pubblico. Questo narratore ci accompagnerà di capitolo in capitolo, e solo alla fine della serie si identificherà per farci applaudire ed esordire in un sonoro: “Woooooah”.
Jane The Virgin è una serie che sfida tutti gli stereotipi sociali per poi ricordare al pubblico che nulla è come sembra. Il cinico e ricco Rafael mostrerà di avere un cuore d’oro; la nonna super cattolica in realtà ha problemi con la legge; la bella Rose Solano, giovane matrigna di Rafael e Luisa, si scoprirà essere l’orribile “Sin Rostro”.
La verità sembra in continua evoluzione e non è la sola cosa! Anche i personaggi, nel corso delle stagioni fino alla conclusiva, continuano ad avere una crescita che dona loro ancor più realismo e permette al pubblico di affezionarsi e di accettarli a pieno, con pregi e difetti. Dunque, non si tratta di personaggi statici e scontati, anzi, i dettagli sul loro passato – che si aggiungono a poco a poco come tasselli di un grande puzzle – ci permette di entrare sempre più nelle loro storie e di sviluppare un sentimento di comprensione. In altre parole, è facile identificarsi nei personaggi e ritrovarsi, addirittura, a tifare per uno di loro ( – non per nulla esistono i due team: #teamRafael e #teamMichael !!!).
Nel mondo romanzato di Jane, il bene riesce sempre a trionfare sul male ed anche i cattivi meritano un lieto fine. Un esempio in particolare, la supervillain Petra Solano, fidanzata di Rafael, si pone come obiettivo quello di rovinare la vita di Jane e, nonostante ciò, Jane si ritroverà a farle d’amica nei momenti in cui avrà bisogno.
Inoltre, in questa serie il ruolo della donna, nella sua diversità e complessità, ha finalmente un giusto spazio. Si parte dalle tre generazioni di donne della famiglia Villanueva – la nonna Alba (in spagnolo “abuela”), la mamma Xiomara e Jane – per poi arrivare alle figure femminili secondarie ma anch’esse ricche di particolarità. Con attenzione si può scoprire la figura della donna-madre, della donna in carriera, della donna romantica, della donna sognatrice, della donna intraprendente, della donna solitaria, della donna ferita, della donna libera e così via. Il tutto però ricordando quanto, in ogni minima sfumatura femminile, ci sia un gran coraggio ed una grande forza.
Con questo women power, la serie riesce a rivendicare non solo i ruoli stereotipati delle donne deboli e in cerca di protezione, ma anche lo stile della telenovela, rielaborato e arricchito dalla realtà dei nostri giorni. Di fatto, anche se di gran successo, Jane The Virgin resta una serie che è stata sottovalutata negli anni e sopraffatta da serie drammatiche e centrate su figure maschili ( Breaking Bad, Game of Thrones) o da serie adolescenziali (Stranger Things, Riverdale).
Nel Capitolo 99 ( la penultima puntata dell’intera serie) sentirete le riflessioni e i ricordi di tutto il cast, mostrando come la famiglia che vediamo sullo schermo si sia formata nel tempo insieme alla famiglia dietro le quinte. Tutto questo è Jane The Virgin.
B U O N A V I S I O N E !