Avevo in mente un prologo accattivante e beffardo, ma poi avreste capito già… e come potrei negare il bello di leggere almeno metà articolo per sapere cosa ne penso?
Insatiable è la nuova serie tv americana originale Netflix, uscita ufficialmente su questa piattaforma il 10 agosto 2018, appena qualche giorno fa! Questa dark comedy è stata creata da Lauren Gussis e comprende nel cast principale la star Disney Debby Ryan, in cui abbandona ufficialmente i personaggi responsabili e “puliti” di Disney Channel per interpretare qualcosa di totalmente diverso: la giovane protagonista Patty Bladell.
Patty è una teenager “brutta e grassa”, senza padre e con una madre inadatta ed ex alcolizzata. Vive la sua vita passivamente e nella totale insicurezza dove il suo unico miglior amico è il cibo. Per anni è quindi vittima di bullismo a scuola a causa del suo aspetto fisico finché un giorno non si scontra con un senzatetto e si ritrova con una mascella rotta. Da questa situazione però Patty ottiene due aspetti positivi: una dieta di soli liquidi la porta a dimagrire velocemente trenta chili e per difendersi in tribunale dalle accuse di aggressione chiede aiuto all’avvocato Bob Armstrong.
Bob Armstrong è un legale di poco conto che nel tempo libero è un Beauty Counselor, cioè un “consigliere di bellezza” di aspiranti giovani miss. L’uomo è alla ricerca della giusta occasione che lo porti al successo e quando incontra Patty crede che la sua trasformazione sia la sua unica opportunità. La convince quindi a partecipare ad una serie di Concorsi di bellezza, puntando alla competizione più importante: “Miss Magic Jesus”.
I 12 episodi (da circa 40 min ciascuno) si concentrano sulla storia principale della protagonista e narratrice Patty, a cui si intrecciano le storie dei diversi personaggi a lei collegati. Il punto di vista che viene presentato principalmente è quindi quello di Patty, ma non è l’unico perché, in alcuni casi, anche l’avvocato Bob presenta apertamente i suoi pensieri e le sue difficoltà al pubblico.
L’uscita online della serie è stata preceduta da numerose critiche, soprattutto in America, tant’è che fino ad una settimana fa c’era in corso una petizione affinché questo nuovo prodotto Netflix non venisse reso disponibile sul catalogo, accusandolo di “fat-shaming” ( cioè vergogna del grasso). Ma come mai ha suscitato tante polemiche?
Questa dark comedy tratta temi come i disturbi alimentari, il bullismo, l’alcolismo, la droga, l’omosessualità, l’omofobia, l’esigenza di sentirsi accettati e amati nel sistema familiare e sociale… sì, tutto molto bello! Ma come vengono trattati questi temi? Tutto viene portato all’estremo e al melodrammatico ma non con il miglior risultato.
Nella narrazione il rovesciamento della protagonista da “brutta e grassa” a “bella e magra” è stato ciò che più ha indignato il pubblico. Fino alla fine ciò che viene presentato è una società superficiale, totalmente “vuota” e diseducativa.
La storia di Patty e Bob è alimentata dalla loro “sete di vendetta”: Patty diviene ora consapevole del suo potenziale estetico e vuole rivendicare tutto ciò che le è stato fatto quando era “maiale Patty”, mentre Bob ha il bisogno di soddisfare il proprio sogno di Beauty Counselor in cui né la moglie né il padre crede. Per arrivare a ciò che più vogliono sono disposti a tutto e finiscono, quasi sempre, per fare le scelte sbagliate. Questi due personaggi non hanno alcuna evoluzione durante i diversi episodi. Anche questo aspetto fa guardare in modo negativo l’intera serie: i personaggi principali presentati nel primo episodio non saranno “migliori” nell’ultimo, tutt’altro, saranno anche peggiori!
I personaggi non seguono alcuna narrazione, non imparano niente dalle proprie azioni e continuano a commettere sbagli. I momenti introspettivi dei personaggi possono anche toccare positivamente il pubblico, ma il tutto viene poi svalutato dalle loro azioni irresponsabili e, a tratti, completamente stupide! Facilmente si riesce a perdere interesse per la serie, infatti la produzione ha utilizzato ogni espediente cinematografico possibile per ottenere nel pubblico un “effetto wow”: il tentato suicidio, i padri di famiglia che scoprono la propria omosessualità, le reginette di bellezza che abusano di droga, le figlie non riconosciute, i rapimenti, gli assassini, ecc. Tutto diviene paradossale e assurdo.
Più che Insatiable io avrei utilizzato il titolo Una serie di sfortunati eventi. Patty se la passa peggio dei fratelli Baudelaire!
Netflix e la stessa Debby Ryan hanno difeso questo teen drama sostenendo che l’obiettivo era di promuovere l’accettazione di se stessi e denunciare il bullismo, ma ci sono riusciti? Insatiable avrà anche tutti i buoni propositi del mondo, ma è una storia scritta in malo modo. E’ mediocre, già vista, un’insalata di cliché adolescenziali che si susseguono continuamente con una logica che non regge. Se pure le buone intenzioni c’erano (e di ciò nessun dubbio), la storia si è dimostrata un flop assurdo, cosa che nessuno si sarebbe aspettato da una produttrice esperta come Lauren Gussis (che, per chi non lo sapesse, è la stessa produttrice e coproduttrice di serie di successo come Dexter, Once upon a time e The O.C.).
Lauren Gussis ha voluto rispondere su Twitter al blacklash (it. reazione negativa) del pubblico dichiarando di aver affrontato in prima persona tutte le problematiche presentate nella serie:
When I was 13, I was suicidal. My best friend dumped me, I was bullied, and I wanted revenge. I thought if I looked pretty on the outside, I’d feel like I was enough. Instead, I developed an eating disorder… and the kind of rage that makes you want to do dark things.
I’m still not comfortable in my skin… but I’m trying to share my insides — to share my pain and vulnerability through humor. That’s just my way.
This show is a cautionary tale about how damaging it can be to believe the outsides are more important — to judge without going deeper. Please give the show a chance.
Quando avevo tredici anni ho tentato il suicidio. La mia migliore amica mi ha abbandonato, sono stata bullizzata e volevo la mia vendetta. Ho pensato che se fossi diventata bella esteticamente, mi sarei sentita appagata. Invece, iniziai a soffrire di disturbi alimentari… ed è la collera che ti porta a compiere brutte cose.
Io non sono ancora a mio agio nel mio corpo… ma sto provando a condividere ciò che provo — a condividere il mio dolore e la mia vulnerabilità con umorismo. E’ solo il mio modo di farlo.
Questo show è una storia che vuole avvertire su come può essere pericoloso credere che l’aspetto esteriore sia la cosa più importante — giudicare l’apparenza senza soffermarsi sull’interiorità. Per favore, date una possibilità allo show.
Queste sono le parole di Lauren, che per quanto siano da rispettare, resta comunque una serie televisiva pienamente opinabile. Nonostante tocchi molti temi adolescenziali e comuni, non si crea alcun empatia con i personaggi, anzi, c’è come uno straniamento. Il pubblico non arriva mai a comprendere a pieno ciò che provano i personaggi, tanto meno la protagonista che quando arriva ad avere tutto, continua comunque a creare distruzione. C’è l’esaltazione dell’effimero, insegna che se sei magra sei automaticamente bella, e chi possiede il “dono della bellezza” può tutto. Quindi, scusate, di che denuncia stiamo parlando precisamente?
Personalmente, non ho riso, non ho pianto, non ho compreso, non ho accettato e non mi sono affezionata a niente e nessuno. In poche parole… il vuoto cosmico!
Se proprio vogliamo dirla tutta, probabilmente se non ci fossero stati attori come Debby Ryan, Alyssa Milano (che ha interpretato Phoebe Halliwell nella serie tv cult degli anni Novanta Streghe), Christopher Gorham (attore conosciuto per avere interpretato Henry Grubstick in Ugly Betty) ed altri già conosciuti sullo schermo, veramente in pochi sarebbero stati invogliati a vederlo! Eppure, la bravura degli attori non è bastata a salvare totalmente Insatiable.