Per la quarta volta in vent’anni ho rivisto una delle migliori serie cult statunitensi degli anni ’80: THE COSBY SHOW.
The Cosby Show, in Italia meglio conosciuto come I Robinson, occupa ancora oggi il 28º posto nella classifica delle migliori serie TV di maggior successo di tutti i tempi. Creata dallo stesso protagonista Bill Cosby, fu prodotta negli anni dal 1984 al 1992. La sitcom è stata la più seguita in America e ha ottenuto molti premi tra cui sei Emmy Awards e tre Golden Globe, due dei quali assegnati proprio al comico Bill Cosby.
Secondo TV Guide, questa serie è stata il più grande successo nell’1980 e ha dato inizio alla produzione di altre sitcom con protagonisti afro-americani, tra cui la famosissima serie televisiva degli anni ’90 Il principe di Bel-Air, con Will Smith.
La serie conta ben 201 episodi divisi in 8 stagioni (da circa 24-26 episodi ciascuno di più o meno 30 minuti). La messa in onda originale dell’ Episodio pilota (cioè il primissimo episodio della serie) è avvenuta il 20 settembre 1984; mentre l’episodio conclusivo, Il lungo addio, il 30 aprile 1992.
Tra gli episodi più visti c’è Il signor pesce, che è il secondo episodio della prima stagione.
The Cosby Show racconta la vita della famiglia afroamericana dei Robinson (il cognome originale statunitense è Huxtable), residente in un quartiere di Brooklyn, a New York.
Bill Cosby interpreta il capofamiglia Heathcliff “Cliff” Robinson, affermato ginecologo e marito di Claire Hanks Robinson (Phylicia Rashad), eccezionale avvocatessa di un importante studio legale newyorchese. Ma non solo, nel “pacchetto famiglia” ci sono anche i loro cinque figli: Sandra, Denise, Theo, Vanessa e Rudy.
La serie è ispirata alla vera famiglia di Cosby, composta anch’essa da quattro figlie e un figlio. Questo non è l’unico dettaglio in comune, tanti altri sono i rimandi alla vita reale del protagonista.
Tra comicità e sano sarcasmo la famiglia Robinson tratta temi che sono da sempre attuali: come il contrasto genitori-figli, l’adolescenza, l’abuso di droghe, il razzismo, il maschilismo, la dislessia, e molto altro. Temi profondi e complessi raccontati in una realtà soprattutto “ovattata”. La realtà della famiglia Robinson è una realtà che era ben lontana da quella di una comune famiglia afroamericana negli anni ’80. E’ una famiglia del ceto medio-alto in cui entrambi i genitori sono realizzati ampiamente nei propri ambiti lavorativi. Più volte negli episodi gli stessi amici dei Robinson li definiscono come “ricchi”. Ad esempio, in un episodio Vanessa si trova addirittura a disagio a scuola sapendo di avere possibilità economiche maggiori rispetto ai suoi compagni. Il loro benestare è così sottolineato nella sitcom che ad un certo punto è quasi normale chiedersi ignorantemente: ma rispetto a chi erano ricchi?
E qui tocca alla storia risponderci! Fino a metà degli anni ’60 in molti stati americani erano in vigore leggi che ancora discriminavano duramente i neri, negando loro i basilari diritti civili. I Robinson sono ambientati in un contesto storico in cui la lotta dei neri d’America per l’emancipazione e per l’affermazione dalla propria dignità non era ancora finita.
Tra le battute, il jazz e le spiritosissime espressioni di Cliff c’è dunque molto altro! Un’intera generazione è cresciuta insieme ai Robinson che con leggerezza e positività hanno mostrato una realtà molto rara in quegli anni, o addirittura utopica. Una sottile denuncia razziale che con innocenza ha scosso un’intera America, considerando l’enorme successo che ha riscontrato la serie.
I due personaggi con cui ho provato maggior empatia sono Claire e Denise Robinson.
La bellissima Claire Hanks Robinson è stata un black women pride symbol: una incantevole donna afroamericana che si prende cura di una famiglia numerosa senza perdere d’occhio i personali obiettivi lavorativi. Mostrando con eleganza che si può avere successo in entrambi i fronti: familiare e lavorativo. E’ uno dei personaggi femminili più “forti e determinati” della tv americana di quegli anni.
Denise, invece, rappresenta l’animo libero, artistico ed impulsivo della famiglia! Nel corso della serie crea non poche difficoltà ai suoi genitori, proprio per questa sua attitudine all’essere irrazionalmente sensibile. E’ interpretata dall’affascinante attrice Lisa Bonet che in quegli anni, probabilmente proprio per l’esuberanza del suo personaggio anche riguardante l’abbigliamento, diviene un’icona di stile.
Denise è anche la protagonista dello spin-off di Cosby intitolato A different World (mentre il titolo italiano è Tutti al college).
Nel corso delle stagioni i Robinson diventano una famiglia ancor più numerosa e problematica: entrano in scena nuovi personaggi, ognuno con particolari caratteristiche distintive, tra cui vediamo negli ultimi episodi la piccola e buffa Olivia, interpretata dalla famosa star Disney Raven-Symoné.
Se ancora non si fosse capito, quindi, questa serie tv è un pezzo del mio cuore! L’ho vista da bambina, l’ho rivista da adolescente, al liceo e di nuovo qualche settimana fa. Mi ha tenuto compagnia quando mi sentivo sola o quando avevo un pessimo umore, ho riso moltissimo, ho riflettuto e ogni volta che sono arrivata all’ultima puntata dell’ottava stagione ci ho pianto. E l’ultima volta come non mai! Perché c’è stata una consapevolezza più “adulta” di qualcosa che mi ha accompagnata e che è ufficialmente finita, di nuovo.
Penso che non lo sia solo per me, ma chiunque sia cresciuto tra le sfuriate di Theo, i capricci di Rudy, le fughe di Vanessa, le discussioni di Sondra, le fantasie di Denise e i balletti dei coniugi Robinson, può capire ciò che provo per questo Show!
Anche se negli ultimi anni The Cosby Show è stato “oscurato” dall’andirivieni in tribunale dell’attore protagonista Bill Cosby, quest’ultimo resta assolutamente il miglior comico mai visto, così come ha dichiarato in un intervista Jerry Seinfeld, popolare stand up comedian americano:
Penso che Bill Cosby sia tutt’ora il più grande comico di tutti i tempi! Non credo ci sarà qualcuno in grado di fare quello che ha fatto lui e raggiungere la qualità ed il successo dei suoi Show. Amo Bill Cosby. Avevo la più grande storia su di lui, ma ora non la posso più raccontare.
Come in tutte le cose, le azioni non possono pregiudicarne l’arte.