Ci sono voluti dieci anni di ricerche, tentativi, ostacoli e indecisioni, prima che il nuovo prodotto cinematografico di 20th Century Fox arrivasse ufficialmente su tutti i grandi schermi mondiali, attirando critiche e dissensi, ma anche e, forse soprattutto, applausi.
E tra tutti, ecco il mio applauso.
BOHEMIAN RHAPSODY è l’attesissimo music biopic che celebra i QUEEN, con uno speciale riflettore sulla storia dell’eccezionale performer Freddie Mercury. Diretto inizialmente dal regista Bryan Singer, fu successivamente terminato da Dexter Fletcher, a cui però non è stato accreditato ufficialmente il merito. E se dopo questo film non foste sazi del genere biopic musicale, ritroveremo il lavoro di Fletcher anche nel prossimo film su Elton John in uscita nel 2019.
Con un costo di produzione di più di 50 milioni di dollari, questo film vanta un cast di qualità: Gwilym Lee (Brian May, il chitarrista), Ben Hardy (Roger Taylor, il batterista), Joseph Mazzello (John Deacon, il bassista), Lucy Boynton (Mary Austin), Aidan Gillen (John Reid), e infine, Rami Malek, nei panni di Mercury.
Bohemian Rhapsody è giunto nelle sale italiane in estremo ritardo rispetto al resto del mondo, solo lo scorso 29 novembre. Intanto però, il film è già riuscito a guadagnarsi il maggior numero di incassi del genere biopic musicale nella storia del cinema.
Quando dico che è stato tanto atteso, non scherzo! Fu annunciato per la prima volta da Brian May nel 2010 alla BBC News. Infatti, Brian May e Roger Taylor hanno affiancato i registi per tutta la realizzazione del film.
Il film inizia con un flashforward, cioè con l’anticipazione di qualche minuto di una delle scene più importanti (e costose) del film: il concerto al LIVE AID del luglio del 1985. Una brevissima entrata che poi riporta direttamente lo spettatore indietro di anni, per raccontare dal principio il fatidico incontro con Brian May e Roger Taylor.
E’ la storia di un sogno condiviso da quattro ragazzi, in cui il primo a crederci fu proprio Freddie. Un giovane “reietto sociale” (come si definisce nel film) che è consapevole di avere un talento per cui vale la pena vivere e rischiare tutto, perfino le proprie origini persiane. Freddie, o meglio, Farroch Bulsara, nacque nel settembre del 1946 a Zanzibar, si trasferì a Londra con la famiglia solo poco meno di venti anni dopo, a causa di problemi politici. Nel film questi semplici dettagli faranno da “cornice” all’intera sua persona, raccontando il suo allontanamento dalla famiglia, e ritrovandone una nuova nei Queen. Londra per Mercury diviene una svolta, un nuovo punto di partenza, il luogo dove poter esprimere se stesso senza paura.
Inizialmente alla visione di Bohemian Rhapsody si potrebbe pensare che il nucleo portante è unicamente il personaggio di Mercury ed è, a parer mio, un pensiero prettamente errato. Non racconta semplicemente del suo personaggio, ma della sua persona: c’è l’arte, l’esuberanza, l’eccesso, la forza, lo scandalo, il successo, e a tutto ciò si aggiunge la paura, la solitudine, l’incomprensione e la depressione che ha vissuto Mercury in prima persona, certo, ma anche le persone con cui ha condiviso la sua vita.
RAMI MALEK ha fatto uno sforzo artistico impressionante: l’attore ha dovuto abbandonare i personaggi insicuri e spauriti che hanno caratterizzato finora i suoi lavori, per studiare un ruolo incredibilmente complesso. Siamo sinceri, quanto può essere semplice interpretare una leggenda del Rock così carismatica di cui ancora oggi noi tutti abbiamo un vivido ricordo e tantissime testimonianze audio-visive? Il fallimento sembra quasi inevitabile! Ma, Malek ha sbalordito tutti.
Rami Malek ha studiato nei minimi dettagli le movenze, le espressioni, gli sguardi ed il modo di parlare del protagonista, diventando da subito il padrone della scena, non per nulla una vera queen. Si è cercato in tutto e per tutto di riportare ai nostri occhi il grande Mercury, a tal punto che in alcuni casi anche il cantato (ad esempio in qualche breve prova) viene elaborato affinché il tono vocale dell’attore fosse il più possibile verosimile a quello del cantante. In un articolo di Collider si dice che tutte le parti canore dal personaggio (eccetto i concerti e le colonne sonore, di cui si sono utilizzate le registrazioni originali della band) sono un lavoro di assemblaggio tra il tono vocale di Malek, quello di Freddie e quello del cantante canadese Marc Martel. WOW!
Neppure per un secondo ha tradito, a mio avviso, il suo personaggio. Attirando inevitabilmente l’attenzione del pubblico, Malek mostra il suo sincero omaggio per il cantante, curando ogni minimo dettaglio. E’ ovvio ammettere che, se si mettono a confronto, ad esempio, le interviste di Freddie Mercury con quelle interpretate da Malek, è comune notare che il primo ha una maggiore naturalezza del suo essere che è palesemente propria, e che quindi ci possono apparire delle “forzature” nelle interpretazioni di Malek. Forzature che sono comunque necessarie affinché possano imprimersi nella mente dello spettatore.
Come ho già scritto, il film riporta fedelmente le canzoni e i concerti live dei Queen, e trovo questa scelta cinematografica coerente con il principale intento della produzione, cioè mostrare al mondo ciò che c’era dietro ogni canzone. Anche come “spacco” tra le scene, quando si ha il passaggio dalla storia narrata alle esibizioni e/o da un anno all’altro, sono stati scelti determinati effetti visivi che ricordano tantissimo alcuni videoclip originali. Ad esempio, si utilizzano tantissimi effetti quasi psichedelici.
Oltre a Malek, anche la scelta degli attori per il resto della band, è stata più che azzeccata! Cioè… ma avete notato la somiglianza tra Gwilym Lee e Brian May? Per non parlare di quella tra Joseph Mazzello e John Deacon…
Perchè è stato tanto criticato dai fans?
Beh, per prima cosa sono state rimproverate tutte le incongruenze tra la reale storia di Mercury e quella narrata sul grande schermo. Eccone alcune per i più curiosi:
- L’incontro fra Freddie e Mary non avvenne come nel film. Mary era la ragazza del chitarrista Brian May. Freddie si è fatto avanti, con il consenso di May, solo dopo la loro rottura.
- L’incontro fra i membri dei Queen non è avvenuto dopo un concerto come è raccontato nel film. I quattro ragazzi condividevano un appartamento e Freddie faceva già parte di una band.
- A metà del film è esaltata l’omosessualità di Freddie. In realtà, ha sempre rifiutato di etichettare i suoi gusti sessuali, e anche dopo la relazione con Mary ha continuato ad avere rapporti sia con donne che con uomini.
- Nel film John Deacon entra nella band insieme a Freddie. In realtà, il grande bassista della band, si unisce al gruppo molto dopo l’entrata di Freddie. Infatti ci furono ben tre bassisti prima del creatore di Another One Bites the Dust.
- Il personaggio Ray foster, il discografico della EMI interpretato da Mike Myers, non è mai esistito. Questo personaggio è una scelta cinematografica per riunire in una sola figura, tutti i discografici incontrati dalla band.
- Molte date del film non coincidono con la reale cronologia dei fatti. Ad esempio, Mercury viene a conoscenza della sua malattia (HIV) solo nel 1987 e successivamente l’AIDS. Due anni dopo il concerto del Live AID.
- I Queen non si sono mai sciolti. Nel film si riuniscono nel live Aid dopo anni. Nella realtà tutto ciò non è mai successo. Infatti, solo due mesi prima del Live AID, i Queen avevano concluso il tour europeo di The Works.
La seconda critica più gettonata è stata causata dalle aspettative per il film. Il pubblico dei Queen aspettava un film licenzioso che mettesse maggiormente in risalto l’anima ribelle e perseguitata di Mercury, con tanto di focus sulla sua omosessualità.
Dopo avervi scritto tutto ciò che so e che ho appreso riguardo a Bohemian Rhapsody, vi aggiungo, come sempre, la mia umile opinione.
Dopo già 5 minuti dall’inizio del film, ero già consapevole che ai miei occhi c’era un “capolavoro cinematografico”. E’ un biopic, non un documentario, quindi è giusto che l’intera vita di un idolo della musica sia stata rielaborata alla bene e meglio per realizzare un film di poco più due ore. E’ giusto che la storia sia stata romanzata, è giusto che ci siano salti temporali, è giusto che non sia un film provocatorio ma che sia stato prodotto per un pubblico vastamente differente. Tutte le tematiche vengono toccate alla perfezione, anche la bisessualità di Mercury e la malattia. E’ stato bellissimo vedere come è stato adattato in maniera poetica l’amore tra Freddie e Mary, un amore che per quanto tormentato, è molto più vero di tutti quelli che ci vengono proposti nei film rosa alla Nicholas Sparks.
E’ un film che dà un’energia pazzesca. Una volta uscito dalla sala non puoi fare a meno di voler ritornare anche solo per qualche secondo negli anni ’80 ed assistere realmente a QUEL concerto.
Se come me siete nati negli anni ’90 e non correte immediatamente al cinema a vederlo, sappiate che vi state perdendo per l’ennesima volta un pezzo di storia del Rock ‘n Roll.
Bohemian Rhapsody è LA celebrazione dei Queen.
Ecco qui il trailer di BOHEMIAN RHAPSODY
Per restare aggiornato sui prossimi articoli, ISCRIVITI al blog!